Se Dante avesse conosciuto i cantieri sulla Terni-Orte e sulla E45, probabilmente avrebbe scritto un girone tutto dedicato ai lavori stradali senza fine. Annunciati a marzo scorso come un intervento necessario per il “risanamento profondo”, siamo ormai a dicembre e non solo i lavori non sono terminati, ma sembrano aver trovato un posto fisso nella vita quotidiana degli automobilisti ternani.
Il Sondaggio
Un cantiere senza stagioni
Ricordiamo le promesse di primavera: completamento entro il 3 aprile per lo svincolo di Narni/San Gemini, chiusura dei lavori per Amelia entro il 30 aprile, e l’intervento sulla E45 fino all’11 maggio. Eppure, eccoci qui, a dicembre, con il solito balletto di deviazioni, rallentamenti, svincoli chiusi e automobilisti che ormai portano con sé viveri di emergenza per affrontare il viaggio.
L’Anas, con encomiabile ottimismo, parlava di “risanamento profondo” fino a 60 centimetri sotto la pavimentazione. Forse, però, ha trovato un fossile preistorico o un passaggio per il centro della Terra, perché i lavori sembrano aver assunto una profondità esistenziale: quando finiscono, davvero finiscono?
Un’opera d’arte incompiuta?
Se Michelangelo non avesse completato la Cappella Sistina, probabilmente avrebbe lavorato per Anas. La pavimentazione “drenante” promessaci resta un miraggio, mentre ci adattiamo all’arte dell’improvvisazione stradale: quale svincolo sarà chiuso oggi? E soprattutto, riuscirò a indovinare la deviazione giusta prima di arrivare a Roma?
Nel frattempo, gli automobilisti si sono evoluti: ci sono quelli che si aggiornano quotidianamente sulle chiusure come fossero bollettini meteo e quelli che ormai hanno accettato la filosofia del “se arrivo, bene; se no, pazienza”.
Natale in cantiere
Ora che è dicembre, ci aspettiamo che i cantieri vengano decorati con luci natalizie e presepi stradali. Perché non approfittarne? Un po’ di spirito festivo potrebbe almeno rendere più sopportabili le code chilometriche e i percorsi alternativi degni di un rally.
Forse, però, il vero spirito natalizio è imparare ad avere pazienza infinita e accettare che i lavori stradali non finiscono mai, ma si trasformano, si evolvono e, talvolta, ci accompagnano come un vecchio amico di cui non riusciamo a liberarci.
Le domande restano aperte: si tratta davvero di un cantiere stradale o di un esperimento sociologico per studiare la resilienza dei ternani? Nel frattempo, l’unica certezza è che il 2025 ci aspetta con nuovi svincoli da chiudere e altri interventi “urgenti”. Forse, però, siamo noi che sbagliamo a chiederci quando finiranno i lavori. Dovremmo invece prepararci a convivere con loro, proprio come con il traffico delle feste.