La Procura generale di Perugia ha adottato l’intelligenza artificiale per gestire in modo più rapido ed efficace l’enorme mole di documentazione legata al processo di revisione richiesto da Vincenzo Scarantino, ex collaboratore di giustizia condannato per calunnia. Si tratta di un procedimento che comprende oltre 140 mila pagine di atti, un compito estremamente complesso che ora può essere snellito grazie alla tecnologia.
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L’iniziativa è stata annunciata dal procuratore generale Vincenzo Sottani, durante un incontro con la stampa per il bilancio di fine anno. “L’uso dell’AI ci consente di risparmiare tempo prezioso, permettendoci di individuare rapidamente gli atti rilevanti”, ha dichiarato il magistrato.
Come funziona l’intelligenza artificiale nei processi legali
Sottani ha spiegato che l’AI viene utilizzata per identificare con precisione le informazioni necessarie all’interno della vasta documentazione processuale. In particolare, il sistema è in grado di:
- Riconoscere le citazioni del nome di Scarantino,
- Identificare contestazioni specifiche fatte al collaboratore di giustizia,
- Individuare i documenti rilevanti per gli argomenti trattati.
“Grazie a questa tecnologia – ha sottolineato – possiamo ottenere risposte precise in appena 40 secondi. Questo significa concentrare le energie su ciò che è davvero utile, senza disperdere risorse”.
Il processo Scarantino è diventato un banco di prova per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore legale, aprendo scenari interessanti per una possibile estensione dell’uso di queste tecnologie ad altri ambiti giudiziari. Una scelta che potrebbe rivoluzionare i tempi della giustizia, garantendo maggiore efficienza e precisione.